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Capitolo Nazionale Priorato di San Martino

Fabro - TERNI

IX – XI Novembre A.D. MMXIII

Locandina del capitolo di Fabro 2013

 

Svolgimento del Capitolo:

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Sabato 9 Novembre:

Ore 09,30 – Inizio lavori con conferenza introduttiva alla storia, ai lavori, alle opere e all’etica dell’Ordo Militiae Christi Templi Hierosolymitani.

ore 12,30 – Pranzo in sala parrocchiale.

ore 15,00 – Dopo l’incontro con un nutrito gruppo di membri della nostra Commanderia di Santo Stefano Cavalleggeri della Madonna di Settefrati e dopo esserci riuniti abbiamo proseguito alla volta di Orvieto per una memorabile visita al monumentale Duomo di Orvieto, annoverato come “Patrimonio dell’umanità”.

orvieto


Alla fine della visita, dopo aver recitato le preghiere dei Vespri, ci siamo fortuitamente imbattuti in Sua Eccellenza Benedetto Tuzia , Vescovo di Orvieto con il quale ci siamo piacevolmente intrattenuti e non ci siamo fatti mancare la foto di rito.

orvieto vescovo

Al ritorno ci siamo trovati riuniti per l’agape fraterna presso lo splendido agriturismo di “Beata Vanna” che comprende nella sua pertinenza una chiesetta a Lei dedicata (Beata Vanna protettrice delle sarte e delle ricamatrici).

Domenica 10 Novembre:

Ore 09,30 – Momento di istruzione e preparazione alle cerimonie civili e religiose.

Ore 11,00 – Onore ai caduti militari e civili di tutte le guerre e deposizione della corona d’alloro alla presenza del Sindaco di Fabro, il Dott. Ing. Maurizio Terzino e del sindaco di Settefrati , il Dott. Ing. Riccardo Frattaroli, nostro Cavaliere.
Abbiamo anche avuto l’onore della presenza di una rappresentanza dell’Arma ad impartire i comandi ai membri schierati del Priorato di San Martino, la preghiera per i caduti è stata officiata da Don Domenico Canizzaro, Parroco di competenza.

onori caduti

Ore 11,30 – Santa messa officiata da Don Domenico Canizzaro nella bella chiesa di San Martino: S. Messa molto sentita, accompagnata da una bella e ben accordata voce d’organo e il P.S.M. era presente con le insegne  e il vessillo ed i suoi membri vestivano il manto.

Ore 12,30 – dopo la fine della S. Messa e la benedizione del tradizionale pane di S. Martino e dopo il commiato ai fedeli, i quali per la quasi totalità sono rimasti ad assistere, iniziava il cerimoniale dedicato al nostro Priorato:

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- Accoglimento in qualità di Cappellano e di Consigliere Spirituale Di Don Domenico Canizzaro che ci ha concesso questo grande onore e senz’altro si è assunto un grandissimo onere.
- Benedizione delle spade delle nostre Commanderie di Settefrati e di Padova e benedizione delle croci e degli anelli.
- Accoglimento del Cav. Silvio Topo, già Cavaliere di Malta, come membro del Priorato e come Comandante in sede della appena costituita Commanderia di San Martino Vescovo Cavalleggeri di Fabro.
- Accoglimento delle promesse dei Sergenti e loro vestizione col manto nero.
- Investitura Cavalleresca di Fr. Rocco Pelino e di Fr. Maurizio Rennes, ora Comandante in sede della Commanderia di San Marco e San Prosdocimo Cavalleggeri di Padova.

Ore 13,20 – ci siamo recati alla sala parrocchiale per l’agape ed i saluti per coloro che non potevano permanere sino a lunedì.
A sera i pochi rimasti hanno potuto cenare in Canonica ospiti di Don Domenico.

Lunedì 11 Novembre:

Dopo i preparativi per la partenza:

Ore 11,30 – ci siamo recati ad assistere alla S. Messa dedicata a S. Martino nel giorno a Lui Dedicato.
Successivamente noi rimasti  abbiamo nuovamente pranzato nella sala Parrocchiale, dove ci siamo piacevolmente trattenuti con le amabili signore che hanno cucinato per noi, con il simpatico e provocatorio Don Gianluca, con Don Mario e con Don Domenico che non finiremo mai di ringraziare per l’ospitalità che ci ha concesso, per l’amore fraterno che ci ha dimostrato e per l’aiuto che non ci ha fatto mancare.
Ringraziamo di nuovo tutti loro ed il Sindaco Maurizio Terzino per la simpatia e per il tempo che ci ha dedicato nonostante il gravoso impegno organizzativo della festa nazionale del tartufo che si teneva a Fabro in quei momenti.
Ci rivedremo presto Fabro!
Ci rivedremo presto cari amici!
Ci rivedremo presto cari Frater!
Ci rivedremo presto Cappellano nostro!

Il Priore di S. Martino

 

 

 
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Templari ... la verità sta venendo alla luce

 

 

Templari ...la verità sta venendo alla luce, le dichiarazioni di alcuni "sedicenti templari" inducono le persone di buon senso, cavalieri e non, a delle riflessioni pubbliche poiché alcuni personaggi, esuli di spiritualità e direi del tutto ignari di come si debba definire un Cristiano ( sia Cavaliere che Religioso o laico) pretendono di riferire fatti storici, travisando, omettendo ed adattando completamente la realtà storica per i propri fini politici, economici, speculativi, a volte estremamente pericolosi, romanzando fatti fino a far perdere l'orientamento a qualsiasi persona disposta a capire cosa sia effettivamente successo quel 13.10.1307.
Io insieme ai miei Confratelli desideriamo contribuire alla massima chiarezza riguardo i fini, la fede, e gli scopi dell’Ordine del Tempio.

1) L'Ordine nasce, e rimane sempre Cristiano, fino alla fine.

2) L'Ordine non adorava idoli o bafometti, recenti studi e scoperte documentate hanno definito l'immagine di ciò che realmente veniva mostrato ai dignitari ed alle più alte cariche interne all'Ordine cioè, la reliquia più importante della Cristianità: La Sacra Sindone ( Barbara Frale, archivio Vaticano e alcuni documenti rilevati in Francia ed ancora in fase di studio presso gli atenei competenti di prossima pubblicazione).


3) L'Ordine fu processato in due tempi e con almeno tre inchieste volute da Papa Clemente V per poter temporeggiare con il re di Francia Filippo IV detto il bello poiché non intenzionato a sciogliere e/o sopprimere l'Ordine ( questo è documentato dalla corrispondenza tra il Papa ed i membri del Concilio di Vienna e del Tribunale Ecclesiastico deputato ad inquisire ed a processare gli appartenenti all'Ordine, conservata perfettamente negli archivi di Vienna e Vaticani).

4) Analizzando i fatti storici da Bonifacio VIII e le sue divergenze con Filippo di Francia, culminate con lo schiaffo di Anagni che di li a poco (7 gg) portarono alla morte del Papa stesso, ( autore di tale sfregio fu Sciarra Colonna, accompagnato da Guglielmo di Nogaret, braccio destro del Re ed alla successiva elezione di Clemente V (francese) la Cattedra di Pietro fu spostata ad Avignone, e non senza le proteste da parte di Papa Clemente, (corrispondenza documentata tra il Re ed il Papa), si denota chiaramente la volontà dello stesso Filippo IV di sottomettere il papato al volere della corona di Francia.

5) Il Regno Francese era sull'orlo della bancarotta (addirittura il re stesso fu accusato di aver coniato monete false), urgevano fondi e il re si era visto rifiutare l'ennesimo prestito chiesto all'Ordine, che come si sa era ricco, ed esente da tassazione o decime ed aveva nelle sue Domus magistrali la funzione di Banca e/o forziere dei regni europei, vista la fiducia, la sicurezza e le garanzie che poteva dare, tra l’altro mai disattese nemmeno all'atto dell'arresto, poiché non fu trovato quasi nulla di ciò che Filippo bramava (i tesori dei Regni erano già stati restituiti ai legittimi proprietari) e dovette accontentarsi di non dover restituire ciò che doveva al Tempio.

6) Il Papa Clemente in opposizione all'inquisitore Guglielmo di Francia ordinò una commissione d'inchiesta con tre Cardinali di cui uno era suo nipote Berengario Fredòl, il quale stabilì l'innocenza riguardo all'accusa di eresia. Clemente in seguito al risultato dell'inchiesta così decise: "Decretiamo che siano assolti dalla Chiesa, che siano riabilitati nella Comuione Cattolica e che possano ricevere i Sacramenti Cristiani.".
Dunque un'assoluzione per sentenza emessa (Pergamena di Chinon, archivio Vaticano, ritrovata il 12.09.2001 e resa pubblica il 13.09.2001).


7) Quindi Clemente (ricordate capo assoluto dell'ordine del Tempio) decise di sospendere l'Ordine, non di scioglierlo.

8) Papa Clemente non pubblica la sentenza di assoluzione temendo uno Scisma della Francia, comunica certamente al De Molay e ai suoi le sue decisioni.

9) Il Magister Templi e i suoi sapendo del perdono ricevuto ritrattarono le accuse pur sapendo che sarebbero stati poi condannati come relapsi come stabiliva la legge. Essi accettando il loro fio salvarono il loro onore, e sollevarono volontariamente la Chiesa da un grave imbarazzo e sopratutto evitarono un disastroso scisma nella già martoriata Cristianità.

Concludiamo queste nostre riflessioni che per ovvi motivi in questa sede non riteniamo opportuno approfondire e dettagliare oltre, Affermando che:

I Templari furono sempre Buoni Cristiani, fedeli al Papa accettarono l'estremo sacrificio. Come tutti i Cristiani sapevano che la vendetta spetta a DIO, specialmente ricordando il loro famoso motto "Non Nobis Domine...",e come tutti i veri Cristiani sapevano pregare Dio anche per i loro nemici.
Massoni, esoteristi, ed altri faccendieri hanno nei secoli cercato di appropriarsi della leggendaria fama dei Miles Templi vantando discendenze improbabili e compiti da svolgere (la Vendetta contro Il Papato) per darsi una credibilità.
Noi sappiamo che la loro eredità ed il loro messaggio è che per Dio e per il bene comune si può accettare non solo di morire ma anche di scomparire.
Fede, lavoro, dedizione all'ideale, lotta, testimonianza, sobrietà, carità, fedeltà, obbedienza, sacrificio sono state le loro virtù.

Noi Neotemplari Cristiani questo abbiamo compreso con il cuore e con la mente, e questo è nostro compito dover propugnare.


testo: Fr. Davide e Fr. Nadir

 


Ultimo aggiornamento Venerdì 25 Ottobre 2013 19:33
 
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Capitolo Generale Internazionale O.M.C.T.H.

Bamberg - GERMANIA

XIX – XXII Settembre  A.D. MMXIII

 

Nei giorni scorsi dal 19 al 22 Settembre si è tenuto il Capitolo Generale Internazionale O.M.C.T.H. nella medioevale e bella città di Bamberg – De.
Noi del PSM eravamo presenti in piccola delegazione, ma ci è stato accordato un ampio spazio nonostante il serrato ordine dei lavori e abbiamo ricevuto un grande plauso per il lavoro divulgativo grafico e iconografico svolto in massima parte dal nostro attivissimo Cerimoniere – Referendiere il Cav. Roberto Raffaele Marini.

Sua_Beatitudine_Patriarca_Gregorio_III

19 Settembre:

ore 15,00 – Accoglienza e saluti.
ore 16,00 – Dopo una Breve preghiera Sua Beatitudine il Patriarca Gregorio III ci ha illustrato, anche mediante immagini e in modo accorato e senza nascondere la Sua sofferenza, la condizione in cui versa la maggio parte del suo “Gregge”: 450.000 cristiani sono già fuggiti dagli orrori della guerra in Siria, distruzioni sono generalizzate , orrore e morte si possono incontrare ad ogni passo.
Pur non volendo entrare nel merito devo comunque rendere noto che, ancora una volta, i racconti fatti da chi proviene da quelle terre, siano essi semplici profughi od operatori specializzati liberi da vincoli, in merito a colpe e responsabilità divergono alquanto dai resoconti dei media occidentali.
ore 18,00 – Capitolo Comandanti con resoconto delle rispettive situazioni e indicazioni specifiche del nostro Gran Comandante Generale per le linee di condotta da tenere.
ore 19,30 – Fine lavori.

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20 Settembre:

ore 09,30 – Messa solenne officiata da Sua Beatitudine Gregorio III alla presenza dell’Arcivescovo Cattolico Romano Mons. Ludwig Schick nella monumentale chiesa di S. Jakobskirche.
Nel corso di questa cerimonia la nostra Dama Edda Polanzan, assieme a membri tedeschi e svizzeri ha ricevuto l’Investitura Cavalleresca e il raro onore di avere la croce dell’ordine posta al collo dal Patriarca stesso.
ore 12,00 – Colazione al Rosen Caffè.
ore 15,00 – le gerarchie sono invitate nella Sede Arcivescovile per un  colloquio riservato con l’Arcivescovo, mentre per il resto dei membri dell’Ordine e stata predisposta la visita guidata al monumentale Duomo della città, una imponente e splendida costruzione in stile gotico dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
ore 17,30 – Ritorno in Hotel e partenza improvvisa e imprevista del Patriarca Gregorio III per motivi legati alla tragica situazione siriana: e pensare  che poco prima ci aveva detto che era felice di restare a cena con noi tutti!

21 settembre:

ore 10,00 – Inizio dei Capitoli Generali con l’analisi dettagliata delle situazioni interne di ogni commanderia  e della situazione complessiva della Federazione: salvo la pausa pranzo i lavori sono durati sino a sera.

22 settembre:

ore 09,00 – Bamberg, “Kaiser Dom” Duomo Imperiale di Sankt Peter un Sankt Georg.
Vestito in abiti trecenteschi il Cerimoniere di questo imponente esplendido duomo, annoverato come“patrimonio dell’umanità”, ci ha accompagnato, disposti in processione e con le nostre insegne, alla posizione a noi assegnata mentre le basse note del monumentale organo pervadevano l’ambiente facendoci percepire una sensazione di maestosità senza pari.
Come è di norma in un edificio di culto tedesco il raccoglimento era totale; non si udivano altro che la musica, la splendida voce di una mezzo soprano che arricchiva certi momenti della funzione, la voce dei concelebranti e le voci dei fedeli in preghiera, poi.. il perfetto silenzio nelle pause: il tutto era degno di una sala d’incisione.
Poi dopo la benedizione, in processione ma inquadrati abbiamo lasciato la posizione.
Dopo le emozioni intense che inevitabilmente vengono suscitate dal raccoglimento unito alla consapevolezza vicinanza spirituale e fisica dei  confratelli in un tale coinvolgente contesto, il commiato è veramente un momento toccante e allo stesso tempo mesto.
Sul bus, durante il tragitto di ritorno all’Hotel, le parole sono state poche e in tutti noi Cavalieri, Dame, Novizi e Prelati, anche prima di salutarci uno ad uno, si leggevano negli occhi il desiderio e la promessa di ritrovarci,  ancora una volta, al più presto riuniti.

Il Priore di S. Martino

 
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Preambolo alla ricerca storica sui gruppi Neotemplari oggi esistenti:

La questione della Legittimità

 


sigillo

 

Dopo un cammino di oltre quattordici anni nel mondo della cavalleria Neotemplare è per me giunto il momento di iniziare a trarre delle conclusioni e mettere dei punti fermi.

In cavalleria ho incontrato luci ed ombre, uomini che definirei veri astri luminosi ed altri meschini e gretti. Ho incontrato fede e virtù e anche arrivismo e calcolo, e troppi, veramente troppi individui di poco valore nella vita di tutti i giorni e che in Cavalleria pensano di aver trovato un luogo dove poter coltivare la loro importanza personale.

Poi mi sono imbattuto nella secolare questione della legittimità della Cavalleria Templare giunta nel tempo sino a noi e della quale sono membro, e della validità della linea di trasmissione postuma a Jacques de Molay, ultimo vero Magister Templi riconosciuto anche dal Papato.

Tra gli astri luminosi sono orgoglioso di annoverare il mio Comandante, Sua  Eccellenza Fr. Werner Rind, Gran Comandante Generale della Federazione Internazionale OMCTH della quale faccio parte con il grado di Vicecomandante.

Egli, con il consiglio e l’appoggio di Mons. J. Evangeliste Jarque, nostro Cappellano anziano, ha avuto il coraggio e la forza di operare uno strappo epocale all’interno dell’OMSTH creando una distinzione in Cavalleria tra quanti, pur se eticamente corretti, portavano avanti l’idea cavalleresca legati alla massoneria, e coloro che la attuavano nel pieno senso religioso dell’Amore Cristiano rispettando la Chiesa Cattolica e l’Ecumenismo nelle forme che Essa approva e sostiene.

Son passati molti anni da allora: nell’anno 2001 venne approvata la Carta di Montserrat e l’anno dopo, di ritorno da un pellegrinaggio a Poblet, nel corso di una memorabile colazione di lavoro nei pressi di Barcellona ove ero presente, si assegnò il  nome alla nostra federazione, reintroducendo, finalmente e giustamente nella sigla designata, il nome di Nostro Signore:

O.M.C.T.H.= Ordo Militiae Christi Templi Hjerosolymithani.

Dalla presa di distanza dall’OMSTH si curarono molti dettagli: l’antico Ordine della Miltia Christi non ha mai avuto un Gran  Maestro ma un Magister Templi di nomina capitolare ed approvazione papale, così l’OMCTH non ha un Gran Maestro ma un reggente denominato Gran Comandante Generale; in questo modo, non volendo vantare una completa ed autonoma continuità, si sono rispettate le indicazioni della Chiesa, che con la ben nota sospensione “Ad Divinis” ordinava di non ricostituire l’Ordine del Tempio.

La nostra federazione oggi può vantare, grazie al lavoro, alla dedizione e alle opere del nostro beneamato G.C. Generale, la protezione religiosa di un Patriarca Cattolico Orientale, Sua Beatitudine Gregorio III Laham e la protezione nobile del Principe Etiope Asfa Von Asserate, il cui casato si dice discendere direttamente da Re Salomone e dalla Regina di Saba.

Oggi, grazie alla approvazione e protezione che il Patriarca Cattolico Melkita di Gerusalemme e Damasco ci concede nella sua autonomia e in qualità di alleato del Pontefice (giacché il suo status è “Cum Petro, non sub Petro”), la nostra federazione si trova ad avere una legittimazione religiosa che nessun’altra organizzazione neotemplare può vantare, oltre ad una protezione nobile di tutto rispetto e -per i credenti- la più prestigiosa possibile.

Dopo quanto sopra esposto è irrilevante dare importanza a documenti quali la “Carta di Larmenius” che sicuramente è un falso storico e, se non lo fosse, tramanderebbe una genealogia di Gran Maestri non approvati dalla Chiesa.

Inoltre chiunque abbia letto gli atti del processo “Contra Templares” avrà capito che la “Carta di Larmenius” è un documento incongruente con la volontà delle gerarchie Templari. Esse, lasciandosi mettere al rogo con un estremo atto di fedeltà alla Chiesa che nessuno avrebbe osato chiedere loro, si sono immolate per sottrarre il Pontefice Clemente V ai ricatti del Re Filippo IV il Bello. La figura del Pontefice Clemente V deve essere riabilitata in campo cavalleresco dato che dagli atti del processo “Contra Templares” emerge che egli  ha tentato fino all’ultimo di salvare l’Ordine Templare e che l’inchiesta fatta condurre da lui dichiarava innocenti i Templari e li riammetteva ai Sacramenti. Dagli stessi atti processuali del processo “Contra Templares” si evince anche che nessuna vendetta doveva essere posta in atto nei confronti del Papato, battutosi per salvare i Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme.

Oggi possiamo affermare, confortati anche dalla scienza (vedi gli studi pubblicati dalla Studiosa Barbara Frale), che la questione della vendetta nei confronti della Chiesa fu il frutto di una convincente macchinazione e disinformazione massonica;  d’altronde ogni vero Cristiano sa che il Signore Iddio dice “Mia sarà la vendetta e il castigo” Deuteronomio-35.

Personalmente ritengo che dei Gran Maestri riconducibili alla suddetta “Carta” e di quelli susseguitisi dal Duca di Orleans in poi, quasi nessuno sia da citare come esempio di vita cristiana: si annoverano fra questi sanguinari, truffatori, libertini, esoteristi, scismatici, golpisti e massoni di altissimo livello.

Ovviamente la mia idea  e le mie considerazioni sono immutate anche circa l'altra presunta linea di discendenza , pretesa dal Barone Carl Gotthelf von Hund ,questa linea dichiaratamente in seno alla massoneria .

Sebbene da alcuni queste linee di discendenza sono indicate come uniche e vere, esse sono comunque sempre mancanti di qualsiasi ”Imprimatur“ Papale , nonostante l'ordine sia stato assolto al ”Processo di Ravenna” dal Magistrato Papale ed Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorrezzo.

La mia idea è che, vivendo nei tempi attuali, la nostra Legittimazione dobbiamo costruirla con la testimonianza di Fede Cristiana, il lavoro e meriti odierni. Certo dobbiamo essere grati a quanti nel corso dei secoli hanno lottato per l’ideale “Templare”, la maggior parte dei quali era sicuramente in buona fede: grazie a molti di loro è stata conservata un’etica che, anche se laica, inevitabilmente è dovuta tornare ad abbracciare nel giusto modo la Fede Cristiana, motore originario di tutta la Cavalleria Occidentale.

 

Non Nobis, Non Nobis  Domine, sed Nomini Tuo da gloriam

 

 

 

Fr. Nadir Balilla Tontini

Vicecomandante della Federazione Internazionale OMCTH e
Priore del Priorato di San Martino OMCTH

Ultimo aggiornamento Lunedì 07 Ottobre 2013 11:52
 
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IL MANTO  BIANCO  RECANTE  LA  ROSSA  CROCE  PATENTE:

Riflessioni ed esperienze del Priore maturate in lunghi anni di militanza nell’Ordine



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Il traguardo più emozionante e più ambito per chi si avvicina e vuol entrare a fare parte della vera Cavalleria Religiosa Templare è l’onore di poter indossare il bianco manto armato della rossa croce patente.

Questo momento è inteso dai più come un punto di arrivo; Errore madornale!
L’Investitura cavalleresca è solo il punto d’inizio e dovrebbe essere recepita come il riconoscimento da parte dell’Ordine che l’investito ha iniziato a prendere coscienza dei doveri che ha deciso di assumersi nei confronti della Società Umana, della Chiesa Cristiana e dell’Ordine stesso.

Errore grande è anche pensare di essersi elevati di rango avendo incontrato nei meeting internazionali personalità civili o religiose di notevole rilevanza, magari avendo potuto sedere a tavola affianco a loro, avendo la possibilità di parlare in modo confidenziale ed amichevole con queste.
In realtà non si è compreso che chi è veramente grande ha la capacità di abbassarsi e che il prestigio e la considerazione saranno eventualmente dovuti al lavoro che si è riusciti a svolgere nei dettami delle corrette regole.
Il Cavaliere non deve mai dimenticare che il suo agire deve essere improntato alla massima correttezza e modestia e assolutamente non deve lavorare per conseguire “meriti”,  piuttosto è il lavoro che questi svolge che deve essere considerato meritevole.

Purtroppo, nel corso degli anni ho dovuto constatare che il momento più bello è anche il più pericoloso se non si è compreso che il manto è il simbolo di una militanza e che senza lo spirito di servizio, sopra tutto nei confronti dei più umili, ostentarlo è un  non senso.

Il manto bianco non sancisce l’appartenenza ad una élite.

Il manto bianco non sancisce una differenza sociale.

Il manto bianco non è sufficiente a testimoniare una purezza ed una elevazione spirituale raggiunte, anzi ogni volta che ci accingiamo ad indossarlo dobbiamo interrogarci se siamo degni di apparire in quella veste e se siamo degni di quella rossa croce patente che gli altri ci vedranno portare.

Purtroppo noi Italiani siamo per antonomasia il popolo dei” lei non sa chi sono io” e, in genere, chi meno conta più cerca di ostentare.
Purtroppo molti di noi non capiscono che bisogna cercare di crescere dentro piuttosto che tentare di apparire grandi fuori e che l’arroganza è il preludio della caduta. A questo riguardo visto che siamo Cristiani, non dimentichiamoci che i guai sono iniziati addirittura “Nell’Alto dei cieli”, con Lucifero, il più bello e potente angelo ed il primo a cadere. Sono continuati nel “Paradiso terrestre” con  Adamo ed Eva e successivamente visto che l’umanità non riusciva a migliorarsi si sono estesi su tutta la terra, col “Diluvio Universale”.
In seguito, ai tempi del grande e potente re Nimrod, il costruttore della torre di Babele, l’umanità da poco risorta aveva dimostrato di non essere molto cambiata: Insomma noi, per la maggior parte, abbiamo la maledetta tendenza a restare sempre uguali a noi stessi, specialmente nelle nostre pecche!

Ricordiamoci invece che idealmente vorremmo seguire, per quanto la modernità ce lo conceda, le orme di quegli antichi Cavalieri ai quali dopo aver preso i voti più nulla apparteneva se non la loro fede, il loro coraggio, la loro dedizione alla Cristianità. Ricordiamoci che se era loro concesso di conservare un ricordo di famiglia in metallo prezioso, questo doveva essere coperto di vernice nera perché non fosse in alcun modo simbolo di ostentazione.

Con molta amarezza ho dovuto constatare che per troppi il “momento più bello” è stato l’inizio della caduta, ma ciò è comprensibile se, da bravi Cristiani, ci ricordiamo che la leva che il “Maligno Satana” usa con più successo nei nostri confronti è quella della adulazione, facendoci credere portatori di chissà quali capacità esclusive, accrescendo la nostra arroganza e il nostro senso di insoddisfazione, allontanandoci dalla comprensione delle nostre naturali inadeguatezze.

San Bernardo da Chiaravalle, colui che scrisse la regola dei Cavalieri più discussi e ammirati di tutti i tempi, a cui Noi  e la nostra cavalleria ci vogliamo ispirare, affermava che era stolto e non meritevole chi gioiva constatando la propria virtù, poiché se questa era veramente presente era perché il Signore Iddio l’aveva permesso!
Possiamo dunque concludere dicendo che non possiamo considerarci ispirati ai Poveri Commilitoni della Milizia di Cristo, poi denominata del Tempio di Gerusalemme, e odiernamente in modo riduttivo e piuttosto improprio Cavalieri del Tempio o più semplicemente Templari, se non abbiamo capito che neppure la virtù ci appartiene e se  essa è presente in noi è solo perché il Signore Iddio l’ha permesso.

 

Non Nobis, Non Nobis  Domine, sed Nomini Tuo da gloriam

 

Fr. Nadir Balilla Tontini

Vicecomandante della Federazione Internazionale OMCTH e
Priore del Priorato di San Martino OMCTH

Ultimo aggiornamento Martedì 27 Agosto 2013 20:57
 
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