Stampa

NATALE 2015

 

Brevi considerazioni natalizie sui "laici a tutti i costi" e sulla democrazia

 

Ogni atto dell’essere umano dovrebbe essere meditato e ponderato, specie quando coinvolge la sfera sociale e pubblica.
Ogni essere sociale deve essere pronto e disposto a mediare tra le proprie esigenze e quelle dei più, come i più devono dare qualche ragionevole spazio a chi è minoritario, quindi per il buon andamento di una società civile servono aperture alla ragionevolezza e al rispetto.
Dopo questa breve e penso ragionevole premessa, voglio chiarire che pur essendo l’Italia uno stato laico per decisione dei padri fondatori della Repubblica (ma non so se le cose sarebbero andate così se nel 1948, alla conclusione dei lavori della Costituente, si fosse fatto un referendum sulla laicità dello stato...), ancora oggi circa il settanta percento (70%) degli Italiani sostiene di essere Cristiano Cattolico e battezza i suoi figli anche se non tutti sono praticanti; a questo numero vanno aggiunti i Cristiani Ortodossi e Protestanti.
Personalmente non critico la laicità dello stato, ma critico coloro che della laicità fanno un uso talebano, alla stessa stregua critico chi è fanatico religioso, di qualsiasi religione esso sia.

giustizia

Tutte le scelte estreme sono foriere di malumore e di guai, anche se talora sono sostenute da qualche  rappresentante di giustizia che dovrebbe ricordarsi, nella sua interpretazione della norma, della discrezionalità di cui può fare uso, e anche che in democrazia è saggio tener conto del sentire del popolo quando la sola legge si dimostra non perfettamente consona per regolare una situazione con giustizia. Certe decisioni, invece di sopire polemiche, spesso accendono gli animi.
Pur essendo il nostro uno stato laico, trovo civile, ragionevole e segno di grande rispetto il fatto che nelle mense delle scuole primarie, per esigenze culturali e religiose di alcune minoranze, si servano pasti differenziati, nonostante gravino su tutti noi le maggiori spese e le complicazioni che ciò comporta.

crocifisso

Invece trovo incivile e irrispettoso che da tempo si cerchi di mortificare una maggioranza di cittadini con la continua polemica sul Crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici, specie dove è presente da sempre.
Allo stesso modo mi indigna la negazione del Natale riferito alla “Natività” e del Presepe, che sono nostre tradizioni secolari, mi indigna che chi dovrebbe dare istruzione e cultura ai nostri ragazzi si dimostri completamente ignorante di Cristianesimo ed Islam: per l’Islam Gesù è sicuramente nato da vergine, e Maria tale è considerata, senza discussioni. Gesù è considerato per certi versi il più grande degli inviati di Dio, secondo solo al Profeta Maometto in quanto rivelatore delle ultime volontà di Dio. Il Natale è festa nella maggioranza dei grandi paesi islamici, non motivo di scandalo, tanto meno deve esserlo da noi!
E’ innegabile che tutta la nostra cultura, l’arte, la conformazione stessa delle nostre città sia dovuta a secoli di cristianesimo, anche un laico non può negarlo. La fede invece è un fatto personale.
Anche chi si riempie sempre la bocca con la parola “La Legge” deve essere costretto ad ammettere che ciò che caratterizza i sistemi giuridici occidentali è la considerazione che l’espiazione della pena porta alla riabilitazione e al perdono, chiari concetti cristiani, non come per altre culture ove esiste solo una vendetta o un prezzo da pagare per ristabilire un equilibrio.
Libertà, fratellanza, eguaglianza erano parole già ampiamente invocate dal Cristianesimo, prima che gli illuministi si affacciassero alla storia.
E che dire della filosofia del socialismo e della sua esasperazione, il comunismo? Dottrine già vecchie nel XIX secolo, se qualcuno conosceva e conosce il Vangelo.
E per quanto riguarda la laicità dello stato? “Date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio ciò che è di Dio” ha detto Nostro Signore Gesù. Forse qualche laico a tutti i costi non l’aveva mai sentita questa frase?
Dunque, nel Cristianesimo è già contenuto a priori quel che noi oggi vorremmo vantarci di essere, e taluni “laici a tutti i costi”, che ambiscono a un primato morale e democratico, dovrebbero ricordare e riconoscere che non sono certamente arrivati primi nelle battaglie di civiltà, sempre che tutte le loro battaglie siano battaglie di civiltà… Nei numeri essi sono infatti in assoluta minoranza rispetto ai Cristiani dichiarati, e nei tempi.. lasciamo perdere, sono in ritardo di 2000 anni!
Il Cristianesimo è una dottrina di rispetto reciproco, noi Cristiani ogni giorno invochiamo il Signore Iddio di trattarci allo stesso modo in cui noi trattiamo gli altri: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” recita la preghiera del Padre Nostro. Come può essere condannabile questo?
nativitàForse i laici a tutti i costi, criticando i simboli della fede cristiana, vogliono colpire quella che ritengono essere la struttura di potere del Vaticano? Forse sono solo motivi politici? Allora gettiamo anche il bambino con ciò che vogliamo pensare essere l’acqua sporca?
Gettiamo quella che è la nostra radice, anche laicamente parlando, accettiamo un appiattimento di tutte le culture piuttosto che l’arricchimento che può generarsi dalla coesistenza delle stesse?
Penso che qualche furbone, a dispetto della sua presunta laicità, consideri forse gli oltre 200.000 voti che potrebbero arrivare dai cittadini Islamici blandendoli bene, tanto lo zoccolo duro di certi elettorati, pur se ferito nel sentimento, non abbandona… ! In tempi recenti si sono vinte o perse elezioni politiche per una frazione di questi numeri!
Invito tutti i lettori a un’ulteriore e semplice considerazione: le democrazie occidentali, cui ci vantiamo tanto di appartenere, specie quella che conosco di più, cioè l’Italia, non sono democrazie totalmente compiute come ci piacerebbe credere, ma al massimo oligarchie.
Vi spiego perché: democrazia è una parola che proviene dal greco antico e significa governo del popolo, oligarchia è sempre una parola che viene dal greco antico e significa governo di pochi.
Bene, ora cercate di ricordare i tanti referendum popolari che davano al Governo e al Parlamento il polso della volontà del popolo riguardo a tante materie, e ricordate come Governo e Parlamento hanno  modificato a proprio piacimento la legge sottoposta a referendum quando i quesiti referendari erano già stati decisi, in modo che non vi si potessero più applicare i risultati referendari. Direi che il risultato di quasi tutti i referendum, vera e diretta espressione della volontà popolare, è stato neutralizzato e raggirato in questo modo.
Quindi dobbiamo concludere che volontà popolare e volontà del potere politico spesso divergono. Ora è molto di moda da parte di molti parlamentari tacciarne altri di “populismo”, facendone addirittura un offesa, specie quando questi argomentino su alcune questioni allo stesso modo del comune sentire popolare.. Ma “populismo” significa letteralmente <<atteggiamento o movimento politico, sociale o culturale che tende genericamente all’elevamento delle classi più povere, senza riferimento ad una specifica forma di socialismo e ad una precisa impostazione dottrinale>> e questo è stato il nome di un movimento storico russo anteriore al diffondersi del marxismo, che teorizzava il dovere degli intellettuali di mettersi al servizio del popolo.  E’ dunque evidente che chi usa questo termine come un’offesa verso l’antagonista politico, non si considera persona eletta dal popolo per servirlo, ma appartenente ad una casta a parte e non certo al servizio degli elettori!
Quando ero ragazzo avevo creduto alla favola del “popolo sovrano”…ora posso solo constatare lo scollamento che esiste tra il popolo e quello che chiede, da un lato, e le leggi e la loro applicazione dall’altro.
Le leggi per i giudici sono il vincolo a cui sono sottoposti e a cui sottopongono. Esecutivo e Parlamento propongono e votano leggi che spesso gratificano gruppi lobbistici più che il popolo, sebbene fondino campagne elettorali su proposte accattivanti per la maggioranza dell’elettorato, continuamente tradito. Per cui il giudice si deve attenere alla “legge” che non discende direttamente o per niente dalla volontà del “popolo sovrano”, essendo stato tradito il mandato elettorale. Peraltro attingendo alla discrezionalità che la legge attribuisce al giudice, spesso, come dicevo, nell’interpretazione della norma non perfettamente consona a regolare una situazione con giustizia, non tiene conto del sentire del popolo.

 

sacrario


Quindi il vero governo non è nelle mani del popolo, ma di quel ristretto numero di persone che sono nel Governo e nel Parlamento e, per quanto attiene l’applicazione della legge, negli organi di giustizia.
Adesso spiegatemi che differenza c’è con una dittatura, dove allo stesso modo un giudice si deve attenere alla legge e il popolo non è  veramente “popolo sovrano”. Magari un dittatore illuminato governa meglio di un parlamento becero, e ahimè, i nostri ultimi governi non mi sono parsi granché...
Dopo queste mie considerazioni invito tutti i lettori a vigilare, a cercare di porsi domande, a non accettare tutto per partito preso, comportandosi più come tifosi dei partiti politici che come elettori coscienziosi, perché solo cercando di essere consapevoli di ciò che ci circonda, possiamo tentare di agire responsabilmente, con vero equilibrio, ragionevolezza, senso sociale, nei confronti delle nostre famiglie e della società tutta.
Consapevolezza, rispetto ed equilibrio sono anticamera di una società giusta, che può essere permeata d’amore cristiano, valore imprescindibile per noi e che non può essere sottovalutato e snobbato da nessun laico, anche quando si dichiari ateo, specie se onesto intellettualmente e sano di mente.

Il Priore