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Regola del Priorato di San Martino

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1 - LA PREGHIERA.

Ogni buon cristiano dovrebbe pregare tutti i giorni. E’ bene che il cavaliere preghi cinque volte al dì:

  1. Si prega appena svegli: si chiedono le grazie per la nostra famiglia, per i nostri confratelli, per in nostri cari e per noi.
  2. Si prega prima del pasto di mezza giornata per ringraziare del cibo disponibile.
  3. Si prega finito il lavoro giornaliero per ringraziare o per chiedere aiuto per la risoluzione dei problemi.
  4. Si prega a tavola prima del pasto serale per ringraziare il Signore del cibo disponibile.
  5. Si prega prima di coricarsi poi ci si abbandona al sonno nelle mani del Signore.

 

2 - IL LAVORO.

  1. E’ necessario ricordare sempre che il lavoro non è un fine ma un mezzo.
  2. Bisogna lavorare con diligenza e dedizione, sia che si lavori in proprio che come dipendente, poiché il cavaliere deve essere esempio anche nel lavoro.
  3. Bisogna lavorare per mantenere dignitosamente la propria famiglia, per mantenere dignitosamente sé stessi.
  4. Bisogna lavorare per essere in grado di fare della caritativa.
  5. Il lavoro deve essere svolto nella misura in cui ci avvicina a Dio, non che ci allontani da Lui.
  6. Il cavaliere sa che nulla viene facilmente e che comunque lo aspetta molto lavoro.

 

3 - LA MILIZIA.

Per il moderno cavaliere il significato odierno di milizia è agire per aiuto, per solidarietà, per diffondere i valori cristiani. Quando il cavaliere si presenta in tenuta ufficiale (col manto) è testimonianza visibile di chi ha giurato essere portatore di alti valori, un uomo che non agisce sottovoce ma si rende ben identificabile come esempio e non teme di essere bersaglio.

 

 

4 - IL COMPORTAMENTO CON GLI ANZIANI.

  1. Il cavaliere deve mostrare reverenza e cortesia e avere pazienza con gli anziani tanto più essi siano deboli o debilitati.
  2. Qualora questi siano manifestamente molesti e contrari alle regole sociali, il cavaliere deve mostrare una gentile fermezza.

 

  1. Il cavaliere deve mostrare gentilezza e cortesia e, quando ci sia dell’imbarazzo, un gentil distacco.
  2. Il cavaliere deve sempre comportarsi con il massimo rispetto ma nel caso ci sia accenno al travalicamento delle regole sociali dovrà mostrare fermezza e distacco.

 


Con i deboli il cavaliere deve essere rassicurante, deve essere la pietra sulla quale questi potranno pensare di appoggiare il piede per attraversare il guado.

 

  1. Il cavaliere deve avere il massimo rispetto per tutta la sua famiglia anche quando vi siano contrasti di opinioni.
  2. Il cavaliere, se sposato, deve avere la massima considerazione della sua compagna e ricordare quanto ha giurato sull’altare.
  3. Il cavaliere deve avere la massima dedizione verso i figli e fare ogni sforzo per educarli e mantenerli onorevolmente.

 

  1. Il società il cavaliere deve comportarsi in modo sobrio e decoroso anche quando non si muova in rappresentanza dell’Ordine.
  2. Quando il cavaliere è in rappresentanza dell’Ordine, se consentito e se opportuno, deve indossare le insegne dell’Ordine che sono: giacca nera, camicia bianca, pantaloni grigi, cravatta grigia e scarpe nere. La giacca è ornata da una pochette con le insegne dell’Ordine. Nelle grandi occasioni si indossano anche guanti bianchi e manto bianco con croce patente rossa e, per i sergenti, manto nero con croce patente rossa.
  3. Nel caso non sia consentito o non opportuno, il cavaliere sarà in rappresentanza senza le insegne.

 

  1. Bisogna avere attenzione verso i confratelli, capire se essi abbiano dei bisogni ed avvicinarsi e proporsi nell’aiuto o nella disponibilità anche quando questi non osino chiedere.
  2. Tranne che in occasione del Capitolo, ogni cavaliere deve ricordare di essere padre, fratello e figlio di ogni altro cavaliere.
  3. In occasione del Capitolo a Beucent dispiegato, il cavaliere deve avere rispetto della gerarchia ed i rapporti devono divenire formali.

 

  1. Il  noviziato può durare da sei mesi a due anni. In tale periodo il novizio riceve istruzione sulla Cavalleria, sul Cristianesimo e sulla carità.
  2. Il novizio sarà seguito, aiutato e sorvegliato dai cavalieri che lo presentano al Priorato e, quando ne venga constatata la buona fede e la sincera aspirazione a dedicarsi alle buone opere ed alla Cavalleria, il Capitolo dibatterà sull’ammissione e darà il parere al suo definitivo ingresso nel Priorato.

 


Il priorato si attiverà nell’aiuto, nel soccorso e nella difesa:

  1. quando venga constatata una situazione di necessità;.
  2. quando venga segnalata una situazione di necessità;
  3. quando sia giunta richiesta di aiuto.

In presenza di almeno una di tali circostanze, il Reggente dovrà essere informato e, se necessario, egli convocherà il Capitolo il quale delibera positivamente o negativamente sulla proposta di intervento.
Il Capitolo potrà anche decidere di lasciare libertà di coscienza al singolo Cavaliere.
Nello specifico caso di richiesta di intervento per difesa, la stessa non verrà accolta qualora la causa dell’emergenza sia imputabile al richiedente l’intervento.

 

12 - RAPPORTI CON LA CHIESA.

Il Priorato di San Martino si subordina alla Chiesa Cattolica ed alle sue esigenze, ne accetta le indicazioni, le raccomandazioni e gli eventuali ordini. Ad essa chiede sostegno spirituale e morale.

 

13 - RAPPORTI CON ALTRI PRIORATI E ORDINI CAVALLERESCHI E CON ORGANIZZAZIONI LAICHE.

  1. Il Priorato di San Martino non discute le scelte e le azioni di altri Ordini cavallereschi e Priorati quando queste non siano in contrasto con la morale cristiana e cavalleresca.
  2. Il Priorato di San Martino approva iniziative morali ed umanitarie provenienti anche da altri Ordini cavallereschi, organizzazioni pubbliche o private o singoli individui che se ne fanno promotori o portavoce, in linea con quanto fino ad ora affermato essere la condotta spirituale ed umana dei propri cavalieri. Può collaborare con costoro a tali iniziative che promuovano l’avanzamento spirituale, umano e anche economico di tutta l’umanità.

 

motto

Con i deboli il cavaliere deve essere rassicurante, deve essere la pietra sulla quale questi potranno pensare di appoggiare il piede per attraversare il guado.
 
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